25 gennaio 2023

Giorno della memoria: lauree ad honorem per non dimenticare

Nell’immediato dopoguerra e negli anni a seguire, l’Università degli Studi di Milano si mise sulle tracce dei suoi studenti deceduti nell’orrore del conflitto mondiale, vittime della Shoah e deportati militari e politici nei campi nazisti. Lo scopo era quello di non dimenticarli, di rendere omaggio conferendo loro una laurea ad honorem.
Ci volle del tempo per risalire ai nomi e ricostruire le loro storie, così tra il 1946 e il 1951 furono raccolti i documenti che oggi si trovano nell’archivio storico dell’Università di Milano, conservato al Centro Apice.

Nella busta “Studenti caduti” c’è un fascicolo dal titolo: “Caduti nella guerra di Liberazione 1943-45”. Si tratta di coloro che hanno perso la vita per proteggere gli ebrei perseguitati e combattendo tra le fila dei partigiani. Fanno parte di quest’ultimo gruppo anche gli studenti catturati da fascisti e nazisti e deportati nei campi di concentramento, dove trovarono la morte.

Tra questi vogliamo ricordare, per questo Giorno della memoria:

Giuseppe Basilico, studente di Medicina e chirurgia, partigiano, morto a 22 anni nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen.

Vincenzo Corradi, studente di Giurisprudenza, partigiano, morto a 24 anni nel campo di concentramento di Kaufering.

Ferdinando Cucca, studente di Medicina e chirurgia, partigiano, morto a 21 anni nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen.

Jacopo Dentici, studente di Fisica, partigiano, morto a 18 anni nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen.

Mario Di Prima, studente di Medicina e chirurgia, tenente dell’aviazione e partigiano, morto a 25 anni nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen.

All’avvio dell’anno accademico 1946-47, il Rettore Felice Perussia così ricordava il sacrificio di quegli studenti: “Siano gloria e riconoscenza eterne a quei giovani che, in uno slancio spontaneo dell’animo generoso, tutto hanno donato all’idea, con l’orgoglio di morire per quanto è più caro ad ogni spirito eletto, la libertà. E sia in tutti noi, sopravvissuti alla strage, una volontà indomabile di non dimenticare”.