07 luglio 2024

Quanto vale la lettura? Statistiche a confronto

Di fronte alle Zitelle (Venezia 1976), Paolo Vigevani – Archivio Paolo Vigevani

La lettura dei saggi raccolti in Leggere in Europa può stimolare, tra le tante, anche una riflessione sul valore sociale della lettura ai nostri giorni, che non è per forza solo d’evasione e riservata solo al tempo libero. Per attualizzare questo concetto è necessario, in un certo senso, mettere in discussione le categorie con le quali si misura la lettura, perché oggi, in Italia, ISTAT e AIE (Associazione Italiana Editori) rilevano i dati di lettura ponendo domande differenti ai loro interlocutori, e così facendo ci restituiscono dei valori vistosamente divergenti. Se confrontiamo il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2023 di AIE con le indagini ISTAT vediamo che il tasso di lettura degli italiani differisce profondamente a causa del tipo di domanda diversa che è stato posta ai due campioni intervistati, a loro volta espressione di fasce di popolazione differenti. Le due rilevazioni misurano, infatti, due tipi di lettura diversi: di tipo più classico quello di ISTAT, esteso alle forme di lettura discontinue (viene rilevato anche il fenomeno della lettura parziale) quello di AIE.

La specifica delle domande poste al campione può chiarire meglio il divario. ISTAT chiede agli italiani se negli ultimi 12 mesi hanno letto libri (cartacei, ebook, libri online o audiolibri) considerando solo i libri letti per motivi non strettamente scolastici o professionali, restituendo, per il 2022, la (misera) percentuale del 39,3% di italiani di sei anni e più che hanno letto almeno un libro in un anno, secondo queste modalità. AIE pone invece la seguente domanda: «Pensando agli ultimi 12 mesi le è capitato di leggere, anche solo in parte, un libro di qualsiasi genere, non solo di narrativa, ma anche un saggio, un manuale, una guida di viaggio o di cucina, su carta o in formato digitale come un e-book, o di ascoltare un audiolibro?» restituendo in questo modo una percentuale pari al 71% degli italiani tra i 15 e i 74 anni che si dichiarano lettori, con queste specifiche modalità.

Il divario tra le due percentuali è abissale e penso non abbia bisogno di ulteriori commenti, se non di una presa di coscienza relativa, appunto, alle modalità di rilevazione dei dati che devono necessariamente adeguarsi alle nuove forme che la pratica della lettura va assumendo nella società odierna, ben descritte nel saggio di Gerhard Lauer, La lettura nell’era digitale o la fine dell’editoria letteraria che abbiamo conosciuto (in Leggere in Europa).

Un ulteriore riflesso della difficoltà a definire univocamente le tante dimensioni della lettura risiede nel fatto che allo stato attuale, come intuibile, anche a livello europeo non siamo in grado di comparare i risultati delle diverse indagini sulla lettura, caratterizzate da un’evidente eterogeneità metodologica. Per sanare questa lacuna, la rete europea delle fiere del libro, Aldus Up ha avviato un progetto volto a comparare gli approcci metodologici di diversi paesi europei e a proporre un quadro di riferimento comune. La prima fase del progetto ha proposto di misurare la lettura identificando tre supporti materiali, libro stampato, e-book e audiolibro, un passo preliminare verso l’analisi di motivazioni e implicazioni individuali e collettive della lettura. In questa prospettiva, e in linea con la maggior parte delle indagini esistenti, Aldus Up ha scelto di valutare la lettura nel tempo libero, escludendo la lettura funzionale indotta da motivazioni estrinseche (manuali e materiali di natura professionale) e l’analisi di blog o pagine web, la cui lettura è di norma molto frammentata e non confrontabile con l’articolato contenuto proprio di un libro. Una prima fase del progetto ha permesso di fotografare lo stato delle informazioni disponibili in 24 Paesi europei, di valutare le possibili affinità nelle rilevazioni e nelle analisi, e di indentificare un limitato set di domande “core” da incorporare nelle indagini nazionali. La seconda fase del progetto ha permesso di precisare ulteriormente il set di domande denominato ERICS (European Item Core Set for Reading Surveys), che riguarda il genere, l’età precisa (e non gli intervalli di età utilizzati in alcune indagini), il luogo di residenza e il livello d’istruzione del rispondente, la distinzione tra lettore e non lettore e le modalità di utilizzo di libri stampati, e-book e audiolibri. Per ciascuna delle tre tipologie considerate viene richiesto il numero di libri letti, la frequenza (quotidiana, settimanale, mensile, ecc.) e il tempo di lettura (su base settimanale).

Il progetto Aldus Up mostra come, all’interno delle diverse rilevazioni nazionali, sia possibile individuare una prospettiva europea nell’analisi della lettura. Disporre di dati confrontabili permetterebbe di comprendere meglio la complessità ma anche la crucialità della lettura e di prevederne, con un crescente grado di accuratezza, peculiarità ed evoluzione nel tempo.

 

Roberta Cesana
Università degli Studi di Milano