24 gennaio 2024

Lamberto Vitali editore di stampe: Graphica Nova (1927-1933)

Carlo Carrà, Gli amanti, acquaforte, Graphica Nova, I serie, 1927

Figura chiave del dibattito sull’arte contemporanea in Italia, Lamberto Vitali è stato uno dei grandi promotori della cultura grafica novecentesca. Appassionato collezionista, ha contribuito alla conoscenza e alla diffusione del medium grafico in veste di critico, curatore di mostre e progetti editoriali a partire dagli esordi della sua attività intellettuale negli anni Venti. A fronte di un contesto caratterizzato da una difficile affermazione dei linguaggi figurativi moderni, Vitali sosteneva il ruolo cruciale della grafica d’arte nell’avvicinamento del pubblico alla produzione degli artisti viventi, nell’educazione del gusto e nell’impulso a un nuovo collezionismo. Nel bianco e nero lo studioso identificava un’arte viva, affrancandola dal tradizionale status di nicchia in cui sembrava imprigionata e affrontando, al contempo, il nodo del rapporto con la stampa di riproduzione, dove i cambiamenti da tempo introdotti dai processi fotomeccanici avevano di fatto posto le premesse per una potenziale rinascita delle pratiche incisorie. Le sue riflessioni, pubblicate in quegli anni su riviste come “Le Arti Plastiche” e “Domus”, avrebbero trovato una prima puntuale sistemazione storico-critica con la pubblicazione del volume L’incisione italiana moderna uscito per i tipi di Hoepli nel 1934.

Lamberto Vitali, L’incisione italiana moderna, Milano, Hoepli, 1934

Contestualmente, l’impegno di Vitali in favore della grafica si concretizzò in una serie di iniziative parallele, tra cui le edizioni Graphica Nova, avviate nel 1927 insieme al sodale Giovanni Scheiwiller. Denominato inizialmente Grafica Moderna, solo dal 1928 Graphica Nova, il progetto vide la pubblicazione di tre serie di incisioni di artisti contemporanei firmate e numerate dagli autori: la prima, nel 1927, con acqueforti di Felice Casorati, Romano Romanelli, Carlo Carrà e litografie di Pio Semeghini e Adolfo Wildt; la seconda, nel 1928, con acqueforti di Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Carlo Carrà, Achille Funi e litografie di Arturo Tosi e Luigi Bartolini; la terza, nel 1929, con litografie di Arturo Tosi. L’impresa fu premiata alla Triennale di Monza del 1930 con il Diploma d’onore d’arte, a testimoniarne la qualità e il valore pionieristico. Tra quello stesso 1930 e il 1933 vennero date alle stampe, a cura del solo Lamberto Vitali, altre tre incisioni di Giorgio Morandi, artista prediletto, cui il critico avrebbe dedicato gran parte dei suoi studi, curandone tra l’altro il catalogo della grafica (Einaudi, 1957) e dei dipinti (Electa, 1977).
Le carte dell’archivio Vitali, attraverso la corrispondenza con gli artisti, consentono di tracciare le vicende di Graphica Nova, restituendone il cantiere, dagli aspetti commerciali, organizzativi, produttivi, alle scelte iconografiche e formali, sino alle questioni prettamente tecniche, costante oggetto di discussione tra editore e autori. Così, per esempio, nel novembre 1927, Morandi chiedeva “un campione della carta sulla quale verrà stampata l’edizione, per potermi regolare – spiegava – nell’acidare la lastra”. Mentre Vitali scriveva a De Chirico: “grazie per la lastra e la prova che ci ha inviate e che a Scheiwiller e a me sono piaciute molto. […] Abbiamo però notato che lei ha fatto una punta secca in luogo di un’acquaforte e temiamo che acciaiando la lastra molte finezze abbiano a perdersi, mentre se non l’acciaiassimo, non potremmo certamente tirare più di una ventina di copie buone, in luogo delle settantacinque stabilite”, dimostrando la circolarità di competenze che informava trasversalmente i diversi attori della filiera.

 

Viviana Pozzoli
Università degli Studi di Milano