28 novembre 2023

Ad Apice i libri di Enrico Decleva, storico dell’editoria

Enrico Decleva nel ritratto di  Tullio Pericoli

Come un territorio da studiare dal punto di vista geologico, anche la biblioteca di uno studioso presenta stratificazioni che sono riconducibili a epoche diverse, nelle quali un interesse diventa prevalente rispetto ad altri. Questa immagine è confermata dalle migliaia di libri della biblioteca personale di Enrico Decleva, studioso di storia contemporanea dagli orizzonti molto ampi: negli scaffali si trovano dunque, collocati vicini a seconda degli argomenti che trattano, i libri che hanno accompagnato i suoi studi sulla politica internazionale (tra i primi condotti); quelli che hanno posto in evidenza questioni industriali di fine Ottocento, lette in particolare dal punto di vista di uno storico delle Esposizioni nazionali; e ancora ci sono i libri che hanno al centro la città di Milano, indagata in tutte le sue sfaccettature, e le pubblicazioni che permettono di ricostruire la nascita e lo sviluppo dell’università milanese, queste ultime strettamente legate alla ricerca sfociata nelle oltre mille pagine di Milano città universitaria, il volume che ha rappresentato l’ultima fatica di Decleva (uscito purtroppo postumo nel 2022).

Agli interessi appena sopra indicati ne va aggiunto un altro, che ha attraversato diversi periodi dell’attività di studioso di Decleva, sempre conservando un ruolo centrale: quello per il mondo del libro (e più in generale della “carta stampata”), con la storia della produzione libraria, dei programmi editoriali, dei “mestieri del libro” nell’Italia dell’Otto-Novecento. Nascono da questo interesse, oltre a vari saggi, le monografie dedicate ad alcuni protagonisti dell’editoria italiana: da Arnoldo Mondadori (la cui figura e la cui attività sono affidate al volume Arnoldo Mondadori, uscito nel 1993 per UTET) a Ulrico Hoepli, la cui storia è descritta in un lungo scritto, Ulrico Hoepli a Milano: l’attività libraria ed editoriale (1870-1935), raccolto nel volume (curato dallo stesso Decleva e uscito nel 2001) Ulrico Hoepli (1847-1935) editore e libraio.

L’interesse per l’editoria moderna, e in particolare per figure significative di editori, diventa un ambito specifico da valorizzare nel contesto dell’Università degli studi di Milano, quando Decleva, diventato rettore, persegue l’obiettivo di raccogliere e mettere a disposizione degli studiosi – nel Centro APICE, da lui creato nel 2002gli archivi e le biblioteche degli editori, dei loro collaboratori, degli scrittori che con loro hanno pubblicato.

Indicate queste premesse, non stupisce che negli scaffali della biblioteca personale di Decleva sia ampia la raccolta di volumi con al centro il mondo del libro nei suoi vari aspetti. Gli studi sull’editoria italiana hanno incominciato a uscire negli anni Settanta del Novecento, ed è interessante osservare che, agli inizi, ad occuparsi di produzione e di mercato del libro, collocati dentro la stretta contemporaneità, erano prevalentemente sociologi e critici letterari di impostazione sociologica, ma che presto, tuttavia, furono gli storici, e Decleva tra questi, a mettere in campo importanti ricerche, estendendo lo sguardo sul mondo editoriale dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. I libri via via pubblicati, con le loro diverse linee di tendenza e i loro diversi sguardi storico-critici, sono tutti presenti nella biblioteca di Decleva: strumenti utili per capire il ruolo del libro nei diversi periodi della storia italiana, sia sul piano industriale, sia sul piano politico (in particolare per quanto riguarda il ventennio fascista), sia sul piano culturale nelle sue diverse declinazioni. Nella stessa direzione vanno anche i volumi che portano in risalto le vicende dell’editoria giornalistica, indagando nella storia di quotidiani e periodici, mentre invece hanno un’impostazione diversa, ma sono importanti perché presentano territori poco frequentati, le pubblicazioni che danno conto, anche sul piano grafico e tipografico, dell’attività di alcuni grandi stampatori: primo tra tutti Giovanni Mardesteig, fondatore della stamperia Valdonega (il cui archivio è ad Apice).

Proprio per il numero dei libri raccolti sull’editoria libraria, su quella giornalistica, sul mestiere di “tipografo” (complessivamente quasi 1500), questa sezione della biblioteca di Decleva rappresenta un insieme significativo: il corpus pressoché completo degli studi sul mondo del libro nell’Italia contemporanea rappresenta un unicum o comunque in insieme bibliografico difficilmente ritrovabile in altre biblioteche.

Utilizzati per la preparazione di Milano città universitaria, anche i libri sulla storia dell’università (circa 280) propongono un settore omogeneo e tutto sommato poco conosciuto (e al quale prestano poca attenzione le biblioteche pubbliche), e tuttavia rilevante anche perché, con le molte pubblicazioni sulla situazione delle università in altri Paesi, permette il confronto tra diversi sistemi universitari.

Sia libri dedicati all’editoria, sia quelli sull’università, da qualche settimana non sono più negli scaffali dello studio di Enrico Decleva: donati dalla famiglia ad Apice, oggi costituiscono un fondo, intestato proprio a Decleva, che viene messo a disposizione degli studiosi (e degli studenti impegnati con tesi di laurea sull’editoria). Un fondo che arriva in coincidenza con un’altra importante acquisizione, recentissima: l’archivio di Hoepli, grazie al quale Decleva aveva costruito la sua monografia.

Si sa che i libri parlano anche attraverso la loro collocazione, la loro disposizione: diceva Valentino Bompiani che gli bastava guardare un volume sulla scansia, vicino ad altri, o prenderlo in mano anche solo sfogliandolo, per entrare in empatia con le sue pagine. Qualcosa di simile, anche se non attraverso il contatto materiale dei libri nello scaffale, potrà accadere davanti all’elenco delle centinaia di titoli sull’editoria raccolti ora ad Apice nella “Biblioteca Decleva”.

 

Alberto Cadioli
Università degli Studi di Milano