30 gennaio 2023

Un libro di libri

Henri de Toulouse-Lautrec: acht Lithografien in Faksimiles, a c. di Wolfgang Balzer, Dresda, Verlag der Kunst,1957 (Fondo Mucchi)

Dal punto di vista grafico, il tema delle edizioni d’arte, scelto per il libro/strenna in occasione dei vent’anni dalla fondazione del Centro APICE, ha posto da subito una serie di problemi. Il materiale visivo era molto vario, non solo perché comprendeva titoli di autori, editori e collezioni diverse, testimoniandone la ricchezza, ma per la precisa scelta di raccontare le forme della cultura editoriale attraverso gli elementi stessi del prodotto librario: copertine, frontespizi, testi, riproduzioni, carte, rilegature, formati. Si trattava, insomma, di fare un libro fatto di libri.

Ad avere centralità non potevano essere delle “belle riproduzioni” di opere d’arte ma gli oggetti editoriali che le veicolano, con la loro materialità e la loro storia. Nella proposta delle immagini, componente preponderante del volume, le scelte grafiche hanno quindi puntato – dagli scontorni alle cromie – a restituire il maggiore grado possibile di fedeltà agli originali delle edizioni conservate in archivio, mostrando, accanto alla diversità di supporti, di carte e di stampa, i segni del tempo e dell’usura che i libri portano sempre addosso, anche a riprova dell’importanza del lavoro di conservazione.

Per quanto riguarda la struttura del volume, la prima parte ospitante i saggi opta per la semplicità e la pulizia dell’impaginato rendendo omaggio alla dimensione testuale; nella seconda parte, esclusivamente di immagini a eccezione delle didascalie, il layout grafico non fa altro che giocare con il ritmo delle doppie pagine, senza aggiungere nulla al materiale riprodotto, lavorando nella composizione sugli spazi pieni e vuoti. Unici momenti di stacco sono le copertine di sezione che riportano l’ingrandimento di alcuni dettagli fotografici. Ciò evoca visivamente la possibilità di immergersi completamente nella piega del libro, nell’esperienza della sua fruizione, senza usare alcun effetto o intervento grafico ex-novo, ma servendosi delle immagini delle edizioni che il lettore ritroverà nelle pagine seguenti. L’intento è di offrire al lettore la sensazione di sfogliare un unico grande libro, soffermandosi qui su una doppia pagina, qui su un frontespizio, qui su una copertina.

Questa stessa idea è alla base della concezione della copertina: un enorme libro “universale”, di cui non vediamo l’interno, si apre a ventaglio continuando nella quarta. Si percepisce la fragilità del vecchio libro, la sua rarità, il suo fascino. Un invito ad immergersi dentro questo archivio e dentro questo libro fatto di libri.

 

        Carlotta Origoni
Studio Origoni Steiner