09 settembre 2022

Librai e libraie: protagonisti della letteratura e del cinema

“Il libraio di Kabul”, Åsne Seierstad (traduzione di G. Paterniti), Rizzoli, 2008

Dall’inizio del terzo millennio il libraio occupa un posto privilegiato nella letteratura e molti sono i romanzi che lo raffigurano, dal Libraio di Kabul nel 2003 a Le libraire de Damas nel 2018, come se le distruzioni di libri perpetrate a Mosul o a Timbuctù dallo Stato islamico (Daesh) o in Afghanistan dai talebani ponessero di colpo la professione sotto i riflettori dell’attualità. In un altro contesto, quello della nuova concorrenza operata da Internet e videogiochi nei confronti del libro, Lawrence Block pubblicava nel 1997 Il ladro che rubava figurine, un giallo pieno di umorismo che affronta a modo suo il tema del commercio di libri usati. Senza che ci sia un rapporto evidente con il contenuto di detto romanzo, numerosi articoli di giornale riprendono allora il tema della malinconia e del disagio dei librai al principio degli anni Duemila, ma stavolta parlando del poderoso sviluppo del commercio online e degli e-books, che sembrano voler annunciare la fine di un mondo. Siamo lontani dal Libraire amoureux di Maurice Toesca, apparso nel 1975, ma dal Libraire de la rue Poliveau (2005) al Libraio di Amsterdam (2008) al Libraire de Berlin (2015) il personaggio ha continuato a prolificare, tanto che ogni città sembra voler considerare il proprio libraio come un essere sufficientemente rappresentativo da essere trasformato in personaggio da romanzo.

Con La Libraire il romanziere Jean Michelon fa penetrare il lettore al cuore delle fantasie erotiche di una libraia di provincia che soltanto nell’immaginazione riesce a vivere i desideri da cui è ossessionata. Adattamento neanche troppo velato delle Relazioni pericolose di Choderlos de Laclos, il romanzo ha se non altro il merito di ricordare che la libreria è anche un mondo che si scrive al femminile, idea illustrata più dal cinema che dalla letteratura. Sebbene in Notting Hill, del 1999, la libreria sia solo la scenografia indispensabile all’incontro tra la star Julia Roberts e il giovane libraio Hugh Grant, essa è centrale in La casa dei libri, film del 2017 di Isabel Coixet che racconta di una giovane libraia che decide di aprire una libreria in un vecchio casale dell’Inghilterra del Nord nei primi anni Cinquanta. In Copia originale di Marielle Heller, del 2018, a fare da sfondo alle manovre dei due imbroglioni Lee Israel e Jack Hock è il Greenwich Village, il quartiere di New York dei librai antiquari e mercanti di autografi. Molti librai gravitano intorno alla protagonista Lee Israel comprandole le false lettere di scrittori che alimenteranno il commercio dei truffatori, in particolare Anna, interpretata da Dolly Wells. Libraia indipendente, appassionata del proprio mestiere, attratta da quella che considera un’autentica scrittrice, Anna è un buon esempio di donna americana emancipata, che probabilmente ha attinto le basi stesse della sua libertà nei libri che vende o colleziona.

 

Jean-Yves Mollier
Università di Versailles-Saint-Quentin-en-Yvelines