28 novembre 2023

Letture cruciali. Libri che cambiano la vita

Leggere. Venezia (2008), Paolo Vigevani

Il Centro Apice dedica una giornata di studio alla riflessione su quelle letture che hanno maggiormente lasciato il segno nella vicenda umana e intellettuale dei lettori del Novecento. Riprendendo una linea di ricerca avviata da alcuni anni sulle forme della lettura contemporanea, quest’anno il Centro vuole indagare l’incontro dei lettori con quei libri che hanno aperto nuovi orizzonti, proposto nuovi modelli di rappresentazione dell’io e della società, formato nuove generazione. Le abbiamo chiamate “letture cruciali”.

Una lettura cruciale lascia tracce durature nel percorso biografico, emotivo o intellettuale di un lettore o di una comunità, condizionandone le scelte e il comportamento. È immancabilmente costituita da un iniziale momento di scoperta di una prospettiva nuova all’interno di un testo, che spinge il lettore a vedere se stesso e il proprio mondo in un modo diverso dal solito. È una lettura che scardina i valori e i modelli interpretativi tradizionali e fonda in lui un nuovo e duraturo ordine intellettuale o emotivo.

Una lettura cruciale è l’incontro con un libro che, inaspettatamente, porta il lettore verso una nuova ideologia o fede religiosa, che lo spinge ad abbracciare una missione etica o sociale o, più semplicemente, a compiere una scelta di studio o professionale inconsueta rispetto al proprio ambiente o alle altrui aspettative. Questo tipo di lettura può avere un valore fondativo a livello intellettuale, ma anche emotivo, stabilendo un nuovo equilibrio affettivo, un nuovo modo di sentire la natura o gli altri; può avere un effetto inclusivo oppure di critica, può aiutare a sentirsi parte di una comunità o spingere a contestarla.

L’impatto di queste letture si rivela però solo col tempo. I suoi effetti si dispiegano in un tempo biografico lungo, formando una traccia visibile al lettore solo a posteriori. Una lettura cruciale, infatti, segna in profondità ed in modo duraturo la sua evoluzione intellettuale o emotiva, rimanendo impressa nella memoria come una delle sue esperienze culturali più profonde.

In quanto costruzione retrospettiva, frutto di un processo di selezione e ricordo dei testi importanti di una vita, nell’analizzare una lettura cruciale bisogna tenere ben presenti i meccanismi di idealizzazione, censura e oblio che caratterizzano la memoria individuale e collettiva. Occorre da una parte osservare i processi d’interpretazione e idealizzazione del testo da parte del lettore, nel momento in cui si confronta con esso per la prima volta; dall’altra, occorre analizzare i processi di mitizzazione, mistificazione e censura della sua memoria, nel momento in cui attribuisce a quella lettura un valore fondativo della sua personalità.

Una lettura cruciale manifesta dunque una duplice natura e temporalità: appare sia come un’improvvisa rivelazione di senso, un momento di scoperta situato in una fase precisa della vita del lettore sia come un processo interpretativo à rebours del suo percorso biografico, uno sguardo all’indietro che individua una serie di testi che, a posteriori, assumono agli occhi del lettore un particolare valore simbolico.

A livello biografico, queste letture, in quanto momento di scoperta, tendono a concentrarsi soprattutto in quella fase della vita che va dall’infanzia alla giovinezza, quando è più accentuato il bisogno di sogno e di evasione, il rifiuto e la contestazione del proprio mondo e dei suoi valori, il desiderio di esplorare strade nuove per se stessi e per la propria società. In questo frangente il testo letto si proietta e si scontra soprattutto con il contesto del lettore, smascherandone le convenzioni e i modelli interpretativi più tradizionali, proponendo immagini e modelli alternativi dell’io o della società.

Il consolidamento della dimensione “cruciale” di queste letture avviene, in genere, in un momento di bilancio dell’esistenza:  può essere durante una prigionia, dopo una crisi spirituale o intellettuale, di fronte alla malattia e alla sofferenza o più semplicemente nell’età matura o nella vecchiaia. È in questa fase che il lettore volge lo sguardo indietro sulla propria vita e individua una serie di testi che hanno segnato una svolta, ai quali vuole attribuire un significato fondativo della sua identità. In questo caso il testo letto si proietta non tanto sul contesto del lettore, quanto sul suo vissuto, rivelandogli il peso, reale o immaginario, che quell’opera ha avuto nel modellare le sue scelte e i suoi comportamenti.

Nel Novecento hanno dato vita a letture cruciali saggi innovativi, come quelli della psicoanalisi di Freud o del femminismo americano; romanzi, come quelli delle nuove narrative americane e sovietica, che hanno proposto ai lettori occidentali nuovi modelli di rappresentazione dell’io e della società; o semplici versi, rimasti impressi a lungo nella memoria dei lettori, stabilendo o consolidando in loro un nuovo ordine emotivo.

Ci sono periodi storici, come i primi decenni del Novecento o gli anni Settanta, in cui i lettori avvertono con più forza l’inadeguatezza dei modelli interpretativi tradizionali e sentono con più urgenza la necessità di un modo nuovo di immaginare se stessi o la propria società. A volte queste nuove immagini e modelli vengono proposti ai lettori proprio dai libri.

Ci sono spazi fisici, come le biblioteche, che stabilendo una cesura netta rispetto all’ambiente più consueto ai lettori, favoriscono quei momenti di scoperta di nuovi modi di osservare se stessi e il mondo, che costituiscono le loro letture cruciali.

Ci sono mondi, come l’America Latina o l’Africa, dove il bisogno dei lettori di ripensare se stessi a partire da modelli interpretativi diversi da quelli proposti dalla cultura occidentale si avverte con più forza, in queste circostanze le possibilità di letture cruciali aumentano. In un mondo culturale troppo chiuso, in comunità fortemente tradizionali, è più difficile che entrino nuovi libri; in comunità culturali continuamente esposte a influssi intellettuali esterni, è più difficile che una lettura lasci un segno profondo e duraturo nell’esperienza del lettore. Eppure, il percorso di quasi tutti i lettori è segnato da una serie di letture cruciali che vale la pena studiare.

Il concetto di “lettura cruciale” appare dunque un utile strumento di indagine non solo delle forme di trasmissione del sapere, ma più in generale dei processi d’interpretazione e rappresentazione simbolica dell’esistenza umana in epoche e spazi diversi. L’auspicio è che la riflessione sulle letture cruciali del pubblico del Novecento possa aiutarci a far emergere i meccanismi di selezione, censura, trasformazione e idealizzazione di quei testi, grazie ai quali gli uomini hanno provato a rimodellare la propria identità e tentato di dare un senso alla propria vita.

 

Damiano Rebecchini
Università degli Studi di Milano