24 luglio 2022

Gualtieri di San Lazzaro e Giovanni Scheiwiller. Iniziative editoriali tra le due guerre

Filippo de Pisis, Paul Fierens, Paris, Chroniques du jour , Milano, Ulrico Hoepli Editore, 1937.

 

Gualtieri di San Lazzaro e Giovanni Scheiwiller sono figure imprescindibili alla ricostruzione del sistema dell’editoria dell’arte contemporanea tra le due guerre. Pur nella difformità del percorso professionale – li divideva una diversa dimensione generazionale e biografica – molteplici erano le sintonie di gusto e di sensibilità e, in alcuni casi, condivisero alcune iniziative editoriali tra Milano e Parigi. La presenza al Centro Apice degli archivi personali dei due editori consente di leggere in filigrana questi progetti e mette in primo piano l’ampia rete di relazioni che si era stabilita tra la cultura editoriale italiana e il sistema delle arti della capitale francese a quelle date.

La prima di queste iniziative comuni fu l’edizione francese del volumetto Amedeo Modigliani di Giovanni Scheiwiller uscito nel 1927. La piccola monografia della collezione “Arte Moderna Italiana” rappresentava, in Italia, il primo lavoro editoriale dedicato interamente alla figura dell’artista nato a Livorno. L’edizione francese, pubblicata l’anno successivo con alcune piccole correzioni rispetto al testo italiano, fu fortemente voluta da San Lazzaro. Il volume subito registrato nella “Bibliographie de France” per la collana “Messages d’esthétique”, stampato in 1000 esemplari e venduto al prezzo di 12 franchi, doveva posizionarsi sull’attento mercato francese, costituendo un’importante testimonianza del lancio internazionale di Amedeo Modigliani nel lustro 1925-1930.

Dopo questa prima importante esperienza seguì l’ideazione della collana intitolata “Art Italien Moderne” in coedizione con Hoepli. Anche questo progetto editoriale andava nella direzione di promuovere e divulgare l’arte contemporanea italiana all’estero. Furono pubblicati sei titoli dal 1933 al 1938: Arturo Tosi di Waldemar George; Gino Severini e Marino Marini di Paul Fierens; Francesco Messina di André Salmon; Filippo De Pisis di Paul Fierens; Massimo Campigli di Pierre Courthion.

I volumi in ottavo con una veste grafica curata, riproduzioni in rotocalcografia e stampati in edizione limitata si discostavano dal modello italiano di “Arte Moderna Italiana”, scegliendo una forma editoriale esteticamente più sofisticata.

I casi presentati ritraggono in modo esemplare il percorso comune che i due editori intrapresero nel periodo tra le due guerre, la cui storia è rintracciabile negli archivi del Centro Apice. Tra le carte sopravvivono anche le testimonianze della reciproca stima che li legava, come testimonia, ad esempio, un breve testo di San Lazzaro scritto nel 1937 per un omaggio a Giovanni Scheiwiller: “mi limiterò a dire di aver conosciuto, nelle cinque parti del mondo, cinquanta grandi pittori, altrettanti poeti, e un numero ancora più notevole di scultori; ma di editori come Scheiwiller soltanto cinque o sei: Zwemmer a Londra, Weyhe a Nuova York, Maruzen a Tokyo, e un paio a Parigi. Li nomino perché possano invidiarmi l’occasione che mi è data di rendere omaggio, a nome di tutti, al migliore di noi”.

 

Paolo Rusconi
Università degli Studi di Milano