11 novembre 2021

“La Fabbrica dei Classici: La Traduzione delle Letterature Straniere e l’Editoria Milanese (1950-2021)”

24 e 25 novembre, Università degli Studi di Milano. Posti in presenza esauriti. Saremo in streaming su piattaforma Teams

Tradurre le letterature straniere rappresenta una modalità di intervento incisivo sugli assetti del campo letterario nazionale e costituisce dunque uno degli strumenti fondamentali del suo continuo rinnovamento. Il titolo del Convegno – La fabbrica dei classici – allude a questa forte dinamica costruttiva che rende la traduzione parte integrante dell’edificio letterario ‘in corso’, e colloca questo ideale cantiere delle lettere in uno spazio concreto, attraversato da peculiari istanze di modernità: la geografia editoriale milanese degli ultimi settant’anni.

A partire dal ruolo di primo piano che Milano assume fin dal dopoguerra nella diffusione e nella promozione delle letterature straniere, il convegno intende distinguere le diverse fasi di questa dinamica fabbrica dei classici e confrontare strumenti, metodi, competenze, oggetti che nel tempo, dagli anni cinquanta a oggi, hanno caratterizzato la traduzione letteraria e il suo forte ruolo interlocutorio in seno alla letteratura italiana.

Si tratta di ricostruire sistemi di relazioni fra traduttori, revisori, consulenti di collane, editori e strutture editoriali, solo per citare alcuni dei protagonisti di questo processo,  e di vederne i diversi orientamenti, negli anni, dalla progettualità della ‘ricostruzione’ dei piccoli editori milanesi – una costellazione di modernità che dà voce a testi stranieri precedentemente confinati alle riviste letterarie – alle grandi case editrici di Milano che, in più direzioni, anche in modo contraddittorio,  riconoscono nelle letterature straniere, e si tratta di capire quali nel tempo, una risorsa fondamentale di affermazione culturale e di crescita economica. Da questo punto di vista, acquistano uno spazio di rilievo i cosiddetti mediatori culturali, figure che sconfinano dalla sola attività traduttiva e animano, in particolare, la scena milanese nel primo trentennio post-bellico, svolgendo un ruolo pionieristico che il convegno intende valorizzare :  pubblicano collane innovative di traduzione letterarie, fondano istituzioni dedicate alla formazione dei traduttori, intrecciano relazioni concrete con autori stranieri di paesi emergenti, accolti, proprio a Milano, e presentati anche all’interno dei nuovi corsi di laurea della ‘stranieristica’.

Resta la traduzione, comunque, l’anima di questa Fabbrica e di traduttori si parlerà, a partire dalla generazione di scrittori italiani che hanno fatto del confronto testuale con la tradizione europea e non l’elemento centrale della loro formazione poetica, contribuendo a rendere la traduzione un genere letterario autonomo. Una traduzione quindi che è dialogo, ricerca, scrittura ma che nel tempo acquista anche una dimensione più divulgativa, diventa via via traduzione ‘di servizio’, dettata, spesso, dalle esigenze di un mercato editoriale sempre più ampio e articolato, che moltiplica enormemente la produzione quindi il numero dei traduttori. Si tratta allora di rivisitare il profilo ormai abbastanza sfuocato di questi ‘mestieranti’ della traduzione, ricostruire le loro differenti ‘traiettorie’ e cogliere, almeno in parte, il loro vero contributo, ben oltre l’impietoso giudizio che oggi, spesso, condanna la qualità delle loro traduzioni.

In questo percorso si iscrive l’esigenza di ri-traduzione che caratterizza, in effetti, l’iniziativa editoriale milanese dell’ultimo ventennio: un confronto puntuale e cronologico fra i testi intende mettere in discussione l’idea di un progressivo e lineare invecchiamento se non dei classici delle loro traduzioni;  occorre tener conto di diversi fattori culturali, tra cui la storia della critica letteraria, e far emergere nel dettaglio la stratificazione di segni che un testo tradotto comunque porta con sé, e che transita – si tratta di vedere come – anche nelle traduzioni contemporanee.

Il presente offre una formazione specialistica ai traduttori: corsi di laurea, master, scuole, ma anche laboratori di sperimentazione, soggiorni di riflessione comunitaria hanno profondamente cambiato il ‘mestiere’ del traduttore anche alla luce di una tecnologia digitale che ha rivoluzionato il rapporto con strumenti, testi e lettori. Intendiamo interrogare questo cambiamento, misurarne l’adeguatezza anche nei confronti di un allargamento progressivo delle letterature straniere, emergenti o già pienamente consolidate in un altrove improvvisamente prossimo ai confini culturali della città. La traduzione è una forma vincente di sconfinamento, in grado di favorire una cultura moderna, locale e globale al contempo, all’altezza di una progressiva e dinamica integrazione che passa, ce lo auguriamo, anche da Milano, porta del mondo.

 

Alessandra Preda
Università degli Studi di Milano

 

 

 

 

 

IN PRESENZA E IN STREAMING

Il convegno sarà organizzato in quattro sessioni, ognuna delle quali potrà essere seguita in presenza e in diretta on line. Per chi intenda partecipare dal vivo, l’appuntamento è presso la Sala Crociera alta di Studi Umanistici (via Festa del Perdono, 7, Università degli Studi di Milano). Sarà richiesto di esibire il Green Pass.

ATTENZIONE: i posti in presenza sono esauriti.

Per chi invece volesse seguire lo streaming da remoto, di seguito i link per connettersi a ciascuna delle quattro sessioni su piattaforma Teams:

24 novembre, ore 9:00: IL DOPOGUERRA: MILANO PORTA D’EUROPA

Link https://bit.ly/3bWdEjh

24 novembre, ore 14:30: OLTRE L’EUROPA

Link https://bit.ly/3C0CetJ

25 novembre, ore 9:00: XXI SECOLO. TESTI IN VIAGGIO: LA RI-TRADUZIONE

Link  https://bit.ly/3wDhjvV

25 novembre, ore 14:30: MEDIATORI, TRADUTTORI

Link https://bit.ly/30a1114